- “L’obesità è una malattia cronica” Anche dopo un’efficace dieta e il raggiungimento di un peso normale con un dieta contro l'obesità, permane comunque uno stato di malattia. Le persone che in passato hanno dovuto eliminare dieci o più chili devono sempre stare in guardia e tenere sotto controllo i fattori che possono avere anche in passato indotto il forte aumento di peso.
- “La malattia obesità è la causa e non l’effetto di molte altre malattie stranamente più temute” È confermato da autorevoli fonti scientifiche che il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa, le apnee notturne, l’insonnia, diverse malattie delle articolazioni, diversi tumori maligni, le dislipidemie e tanto altro ancora avrebbero minore presenza, o quanto meno minore aggressività, se fosse curata bene la malattia dell’obesità e sovrappeso. Moltissime persone che accedono alle cure cardiologiche e internistiche dovrebbero prima essere con decisione spinte dal dietologo clinico per inquadrare peso e alimentazione e stile di vita.
- Secondo il prof Kaplan è sbagliato considerare le cure contro le malattie derivanti dall’obesità come cure dell’obesità stessa. Per esempio la dieta mediterranea, estremamente benefica per abbassare ipertensione e colesterolo e glicemia, ha poco rilievo nel dimagrimento di un obeso. Difficile pensare che, spiegando le proprietà benefiche del farro o consigliando di assumere più frutta secca e meno burro, si possa far perdere grasso e mantenere il peso raggiunto di un obeso. Scorretto come approccio anche quello di proporre l’assunzione del fucus a colazione e la rodiola la sera prima di andare a letto. Sono tutte pratiche inutili e spesso dannose perché ingenerano scarsa fiducia in sé e allontanano il paziente da quella positività che è comunque sempre necessaria per affrontare malattie croniche e invalidanti.
- “Potremmo considerare che i fattori causali dell’obesità grave possono essere tanti; detto questo per ottenere il dimagrimento del suo paziente il medico deve partire dal considerare il fattore fisiopatologico e intervenire su quello!” In poche parole, qualsiasi sia il fattore misto genetico culturale endocrino metabolico, alla fine il paziente con tanti chili deve essere inquadrato per come è. È una persona che potrebbe avere poca fiducia nel risultato finale, difficoltà col sonno e cattiva gestione della fame e del movimento. Potrebbe essere una persona che ormai trova gratificazione nel cibo e che tende a subire un aumento delle crisi di fame nel momento in cui prova a mettersi a dieta. Potrebbe essere una persona che combatte con la sua tiroide oppure una persona che ha smesso di fumare o è in menopausa e molto altro ancora. Da non trascurare i pregressi fallimenti dietologici; un obeso che è passato attraverso diversi fallimenti dimagranti, è un paziente che non solo ha perso la fiducia in se stesso ed è diffidente. Spesso questo paziente soffre di gravi disturbi metabolici e a causa delle precedenti diete è affetto dal problema del craving o desiderio di alimenti dolci, con i quali si soddisfa nei momenti di tensione nervosa o nei risvegli notturni.
- “L’eccesso di cibo non causa l’obesità; è l’obesità che chiama l’eccesso di cibo!” Così come dopo un prelievo di sangue l’organismo ricrea nuovi globuli rossi, recenti lavori scientifici hanno dimostrato come dopo una liposuzione l’organismo ripristini il fisiologico numero di cellule grasse. Il corpo dell’obeso ha una alterazione della normale quantità di cellule grasse e tende a mantenerne un forte eccesso. Durante la dieta dimagrante questo si traduce nel rallentamento del metabolismo e nell’aumento della fame come tentativo di recuperare il grasso perduto. Il meccanismo come dimostrato si mantiene nel tempo. Questo fatto non deve allarmare più di tanto un paziente che si deve sottoporre a un programma di dimagrimento, bensì lo deve indurre a scegliere il medico specialista ed esperto nella cura dei problemi di sovrappeso e obesità. Il medico che sappia raccogliere la storia del suo paziente e abbia gli strumenti specialistici adatti alla cura: il programma dimagrante adatto, il supporto comportamentale, l’esercizio fisico appropriato, il miglioramento del sonno e della digestione, l’aspetto psicologico spesso ansioso depressivo, la lotta alla fame e alle comorbilità, la proiezione costante al mantenimento visto non come dieta ma come tutoraggio delle singole esigenze, i problemi endocrini e metabolici, le adiposità localizzate e tanto altro fino a considerare le soluzioni più radicali anche se sempre meno necessarie.
- “Ogni intervento antiobesità funziona bene solo in un sottogruppo di pazienti; c’è un’enorme variabilità nella risposta ad ogni genere di terapia”. È stato evidenziato da tempo che esistono sottogruppi di pazienti che hanno modalità diverse di risposta alle terapie e sono connotati da peculiari resistenze. Noi del Poliambulatorio Medico Chirurgico Dott Enrico Filippini di Brescia potremo decidere il tipo di terapia in funzione delle caratteristiche ponderali, metaboliche, endocrine, fisiche e psicologiche di ogni paziente che si rivolge al nostro poliambulatorio specialistico.
- “Gli aiuti della genetica che possano identificare meglio i gruppi e collaborare nel trattamento sono in gran parte inutilizzati”. Spesso viene data una veste di tipo “genetico” a test non veritieri. Il lavoro sinergico tra clinica dell’obeso e test biologici è quello che da qualche anno stiamo approntando con i più importanti laboratori specializzati. Siamo in grado di utilizzare la genetica e gli strumenti nutrizionali diagnostici più avanzati scientificamente.
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- “Per superare la resistenza della malattia obesità alla terapia dimagrante bisogna già da subito avere ben presente il procedimento dimagrante e lo strumento del dimagrimento”. Si tratta di un programma che prevede la gestione del miglior compromesso tra peso desiderato e peso raggiungibile e soprattutto mantenibile per tutta la vita, sotto il tutoraggio del medico endocrinologo che detta il ritmo e rimarca le necessità. Le diete per obesi devono essere rapide ed efficaci soprattutto per evitare di rimanere invischiate nella reazione di eccesso di fame reattiva e metabolica che attua l’organismo dell’ammalato obeso. L’aumento del dispendio energetico è determinante ma ancor più determinante decidere quale tipo di esercizio è utile per il singolo paziente. Se un paziente obeso sta già facendo attività fisica, per esempio, è utile non sovraesporlo a un eccesso di carico ma utilizzare altre modalità. La rivalutazione del farmaco dimagrante è un passo fondamentale. Oggi abbiamo nuovi farmaci a disposizione, ognuno che deve essere attentamente gestito dallo specialista endocrinologo dietologo. I farmaci sono soprattutto utili nella fase dimagrante ma in futuro non si esclude una nuova categoria di molecole che siano utilizzate per il mantenimento negli anni del peso ottenuto. Importanti le esperienze negli anni di tipo comportamentale. Per finire il medico specialista deve trasformarsi da esperto terapeuta clinico durante la fase del dimagrimento in un tutore del peso e promotore delle norme igienico alimentari comportamentali durante il mantenimento del peso ottenuto faticosamente.