Venerdì 21 ottobre ho partecipato a un interessante incontro scientifico che ha ospitato il dottor Simonini, membro fondatore del PMG salute, in veste di ortopedico esperto nella protesica del ginocchio e dell’anca. Ospite di eccezione è stata l’ing. Bozzini esperta rappresentante della più famosa azienda che costruisce protesi per anca e ginocchio.
Mi è piaciuto molto partecipare a un dibattito così tecnico ed evoluto, al quale ha inoltre partecipato la dottoressa Pellizzari e il noto fisioterapista Bresciani.
Il mio contributo al dibattito è stato quello da una parte di esaltare gli sforzi compiuti dalle aziende e dai medici e ricercatori come Simonini e Bresciani e dall'altra di porre l’accento sul “perché” i nostri pazienti giungono a compiere un passo così doloroso come l’impianto di una protesi.
Leggendo allora i dati del ministero della salute si scopre che il 60% della popolazione tra i 65 e i 75 anni è sovrappeso o peggio obesa ed è l’età nella quale diventa sempre più probabile decidere di impiantare la protesi.
Infatti le persone sovrappeso e obese hanno fino a tre volte di più rispetto a un normopeso la necessità di dover impiantare una protesi d’anca o di ginocchio.
Il concetto viene reso ben chiaro immaginando un tir con le ruote di una graziella… prima o poi tutto si rompe.
Devono riflettere anche coloro che pensano di essere fuori dal gruppo di quelli “veramente grassi”: anche cinque chili sopra la media aumentano corrosione articolare della cartilagine e portano alla protesi.
Dopo che il dibattito era nuovamente ripassato ai super tecnici mi sono infilato nuovamente per lodare le protesi illustrate dagli esperti: in effetti per la prima volta tengono conto non solo dell’aspetto meccanico sulla durata della protesi ma anche di quello metabolico.
Come endocrinologo infatti conosco perfettamente il micro ambiente acido e corrosivo che si instaura nei tessuti di cattivi mangiatori e bevitori. Esempio noto è la gotta con i suoi acidi urici derivati dal catabolismo di cibi pesanti, grassi e ricchi di materiale di scarto. Tantissimi alimenti acidificanti vengono assunti eccessivamente e senza alcuna considerazione, manca la conoscenza e manca la consapevolezza delle gravi conseguenze che alcuni cibi di uso comune provocano alle nostre ossa e cartilagini.
Alla fine di un dibattito così basato sulla tecnologia spinta di tipo ingegneristico ho portato anch'io una ventata di grande biotecnologia: ho illustrato la nuova terapia dimagrante in 5 fasi che è particolarmente indicata ai pazienti sovrappeso che devono impiantare protesi o effettuare la riabilitazione seguente.
La nuovissima dieta in 5 step è praticata dai medici dietologi del Poliambulatorio ed è indicata per pazienti di ortopedici e fisioterapisti per il fatto che è la prima che risparmia muscolo e osso ma elimina il grasso.
La dieta in cinque fasi infatti per prima si basa sull'assunzione di pasti con alto valore aminoacidico: gli aminoacidi sono la base di ossa, cartilagine e muscolo che vengono così preservati.
In passato per gli ortopedici era difficile proporre dimagrimenti ai loro pazienti, consapevoli della propensione di molte diete a far perdere ulteriore osso e muscolo e quindi vanificare l’intervento.
Con l’ultima novità possono invece chiamare il nostro poliambulatorio dietologico di brescia e mandarci il paziente prima di interventi o cure su ossa articolazioni o muscoli.
In questo modo, con tale protocollo, possono lavorare con pazienti magri e metabolicamente migliori, con tutta la massa ossea e muscolare completamente preservata o aumentata!
Alla chiusura dell'incontro la dottoressa Pellizzari ha sottolineato l’importanza dell’integrazione con calcio e vitamina D, in quantità definite dall'esperto farmacista preparatore, conoscendo le esigenze del proprio paziente. Come dire che anche la tecnologia deve sposarsi con la cura del rapporto e della fiducia personale!