La sessualità umana è colma di trappole, è difficile e spesso troppo omertosa, impossibile da raccontare, tanto è chiassosa e sfrontata all’apparenza, quanto nasconde tutte le fragilità, le asimmetrie, le ipocrisie di ciascuno di noi.
La sessualità è prima di tutto maschile e femminile. Sembra facile questa distinzione, ma solo all’apparenza. In realtà se ciascuno di voi si ponesse domande, anche molto semplici, riguardo la sessualità, partendo dagli organi della riproduzione passando per l’eccitazione e arrivando infine al senso di appagamento sessuale (quella sensazione che rimane “dopo tutto”, che ti fa rimanere nel letto tutto il giorno o che ti fa scappare via in pochi minuti) scoprirebbe che la maggior parte delle conoscenze che ha acquisito riguardano la sessualità maschile. Tanto sappiamo su come è fatto un uomo, molto meno una donna.
La sessualità maschile è stata analizzata in ogni minimo particolare e per ogni singolo problema della sessualità maschile è stata creata una molecola, un farmaco, una terapia per risolverla. Le società farmaceutiche che hanno costruito nuove pillole per favorire la sessualità maschile sono diventate multinazionali, ricchissime e potenti.
Per la sessualità femminile tanti fallimenti e pochi passi avanti; persino il punto G è ancora discusso: c’è? Non c’è? Non si sa! Non parliamo poi della discussione sull’origine dell’eccitazione femminile, sull’esistenza o meno dell’eiaculazione femminile e di come viene in realtà vissuta la sessualità nella donna: non come un “dover dimostrare” ma in realtà come un “poter essere”.
La sessualità, sia maschile che femminile ma con modalità diverse, è multifattoriale. Infatti ad essa concorrono fattori biologici, psicologici e fattori legati al contesto affettivo, di coppia e famiglia, culturale, sociale e professionale. La sessualità coinvolge, dal punto di vista della biologia umana, diversi sistemi: il sistema nervoso, metabolico, vascolare, muscolare ma soprattutto il sistema endocrino ormonale che ha effetto decisionale e modulatorio sui precedenti.
L’identità sessuale di ciascuno di noi, e anche la funzione sessuale e la relazione di coppia richiede un saper osservare globale da parte di chi deve aiutare il paziente con problemi.
Durante i miei anni di formazione professionale come specialista endocrinologo esperto in andrologia, ho sperimentato con efficacia soprattutto l’approccio multi specialistico al problema sessuale. Anni fa, frequentando un corso di perfezionamento in sessuologia clinica, ho imparato a dare importanza centrale al consulente sessuologo, che funga da rompighiaccio, da referente e relatore, che segua il paziente nel personale percorso diagnostico terapeutico. Il consulente sessuologo può essere uno psicologo o un medico, ma deve avere necessariamente una visione a tutto campo riguardo la diagnosi e terapia delle diverse problematiche riscontrate. Come primo step diagnostico, quindi, oltre al consulente sessuolologo è importante il colloquio con l’endocrinologo, andrologo, lo psicologo e l’urologo per gli uomini e ginecologo per le donne.
Nella mia pratica clinica, essendo riuscito ad organizzare un primo percorso diagnostico terapeutico con tutte le figure professionali essenziali, ho avuto pazienti molto più distesi, consapevoli della possibilità di guarire, attivamente partecipi, anche per la presenza del coordinatore.
Ovviamente, visto i presupposti, si è alzata sensibilmente la percentuale di guarigione dei problemi di funzionamento sessuale in genere, ma soprattutto con il mio gruppo abbiamo verificato che i soggetti trattati hanno migliorato poi nel tempo i rapporti di coppia, rendendoli più stabili e gratificanti di prima.
Dott. Enrico Filippini




